Presentazione per l’esposizione personale “La Torre”
Marzo – Aprile 2022 – Testo di Enrico Edoardo Gavassino
L’ARTE RADICALE DI LORENZO CARLO PERIN
Oggi è nata una nuova arte: l’arte radicale. Il suo iniziatore è Lorenzo Carlo Perin.
La lunga notte si combatte a mano armata; così insegnano gli antichi testi della Tradizione Primordiale.
Così nell’oscurità delle prigioni interiori, quando l’umido ghiaccia le ossa e le parole, i pensieri e lo spirito iniziano ad ardere dando presto fuoco alle polveri dell’Uomo Nuovo. E mentre quelle oscure prigioni crollano, dissolvendosi in mille pezzi di puzzle, quest’uomo rinato e redivivo, reinsediato nelle sue prerogative eroiche, si erge soggetto di una nuova creazione.
E’ nello slancio impetuoso di questo fuoco, divoratore e creatore come la danza di Shiva, nei colori chiaroscuri e lampeggianti di una fornace alchemica che prende forma l’arte visionaria di Lorenzo Carlo Perin.
Arte visionaria che si impone al pubblico come arte radicale, innalzando di nuovo l’artista a figura centrale del moto intellettuale e spirituale dell’umanità.
E’ così allora che le opere di Lorenzo Perin tracciano un percorso di risalita e matrimonio alchemico tra le due polarità creative ma opposte dell’intero universo: la Luce e le Tenebre.
Questo solco viene tracciato con un pennello abile, brandito come una spada su un sentiero di guerra interiore, dichiarata per trasmutare l’uomo in Vir, il tempo in Eternità, il divenire in Essere. Da questo magma caotico e primordiale ove si modellano le forme sorge il Soggetto Radicale, nuovo archetipo del nostro tempo decaduto.
Egli emerge per rivendicare un diritto, l’unico diritto che abbia e avrà mai un valore, l’unico per cui si possa, anzi si debba, morire, l’unico diritto inviolabile: il diritto del più essere.
Vediamo allora la “Cittadella”, una rocca fortificata ma deserta o chissà forse abitata da un solo uomo solitario, che si staglia su un panorama infinito. La domanda rimane senza risposta; quella fortificazione serve a difendere l’uomo che vi si è rifugiato o piuttosto a difendere tutti noi dall’erompere nella realtà di quel prigioniero capace di evocare dentro sé stesso la terribile “Stella di Mezzanotte”, quella stessa “Stella” colta nella notte paludosa dell’io?
Siamo chiamati a combattere nel fuoco feroce della forgia alchemica, l’athanor di Fulcanelli, di Flamel ed Ermete Trismegisto seguendo l’antica chiamata di tutti gli “uomini di desiderio” a cui parlava Louis Claude de Saint-Martin; come insegnava il mistico di Amboise siamo chiamati a farci consumare nella preghiera nascente dai luoghi superiori, a cui accenna la minuta e al contempo imponente statua opera del Maestro Perin.
Solo nell’opera intitolata “Analemma” emerge una speranza, ma è una speranza che conquista solo i piagnoni e gli eterni bambini, poiché essa comunica, ai Soggetti Radicali ormai risvegliati, l’ineluttabilità del proprio Destino, del ripetersi degli eventi, delle reincarnazioni, della necessità stessa della loro nascita, della loro lotta e realizzazione. Chi sarà tra voi il temerario che sfiderà i guardiani a cavallo per raggiungere il Palazzo d’Oro del Magnum Opus? Chi sfiderà il cerbero della sua mente viaggiando a “Mezzanotte” su una zattera sperando che dagli abissi nessun mostro emerga a rovesciare l’imbarcazione per sbranarlo? Tremerai tu quando vedrai dormire il Cristo su una zattera in tempesta o ti addormenterai come lui sicuro della tua vittoria? Allora sorgi Soggetto Radicale: abbeverati alle forme plastiche e lumineggianti, ancorati saldamente e non farti scuotere ma getta i semi della tua realizzazione nel solco tracciato dal pennello dell’artista.
Quanto a tutti gli altri; dimenticatevi “l’arte per l’arte”: qui si fa la guerra.
Enrico Edoardo Gavassino
Soggetto Radicale

































